Posts Tagged 'libri'

Le vite degli altri in un post-it

Non si dovrebbe curiosare negli affari degli altri, ancora meno nei bigliettini. Però questo post-it ripiegato su se stesso era sporco e spiegazzato tra i sassi del centro storico di Pavia. Così l’ho raccolto. Parole in stampatello, lo sfondo giallo un po’ annerito, i segni di una scarpa che lo ha calpestato.

“Non venderlo, è utile e contiene ricordi”. Provo a immaginare, lavoro di fantasia. Lo immagino lasciato tra le pagine di un libro. La parola “ricordi” è riquadrata. Nei libri tutti abbiamo dei ricordi e vanno messi in evidenza, sono frasi sottolineate per chi ama violare le pagine bianche, sono biglietti dei treni usati come segnalibri, sono semplicemente il posto in cui li abbiamo letti, quello in cui li abbiamo comprati. Le persone che ci circondavano in quel periodo, le persone con cui abbiamo condiviso le nostre sensazioni, le reazioni alle parole appena lette. Torno al bigliettino ritrovato. I ricordi. Riquadrati in blu.

“Ore di lezione a pensare tutto meno che alla storia passata”. Anche io mi distraevo spesso. A scuola scrivevo su piccoli quaderni colorati, scambi di storie, pezzi di vita tra compagne di banco. All’università divagavo. Leggevo altro. Scrivevo poco, pochissimo. Un po’ per scomodità, perché senza banco è difficile avere voglia di tenere la penna in mano, un po’ perché avevo perso il bisogno di scrivere. Leggevo.

“Ci sono pensieri carini all’interno scritti da te”. Allora forse è un libro prestato e restituito, oppure pagine usate come mezzo per una corrispondenza tra compagni di corso, una sorta di bigliettino più pieno, più spesso.

Chi scrive è una ragazza, ne sono abbastanza sicura. Si capisce dalla forma delle lettere, dalle parole che ha scelto. Mi spiace che il suo biglietto sia andato perduto. Chissà che non si riconosca nelle frasi di questo blog. Il biglietto lo tengo, pronta a restituirlo.

York, lontana almeno un po’

Ci sono momenti in cui bisogna avere la fortuna di poter partire, di poter essere distante, consapevoli che non basta, ma sicuri che sia già qualcosa. Sull’aereo per Leeds (punto di partenza per York, Uk) un signore mi chiede dove sto andando. Mi dice che a York ci lavora, ci pensa un po’ e aggiunge che assomiglia ad Alghero, dove è appena stato con la moglie. Me lo dice per aiutarmi a immaginarla. Io ad Alghero non sono mai stata, ma ringrazio per il suggerimento. Ha quasi 200mila abitanti York, le strade pienissime venerdì e sabato, poi più lente. Le case curve per il loro stesso peso, le travi in legno. Il fiume con il battello e la passeggiata e i tavolini. Le papere. Ci potrei vivere in un posto così.  Betty e suo fratello Roby, a York per lavoro, mi hanno fatto vivere la città, più a fondo dei giri da turista. Cena al pub, tra fish and chips e jacked potatoes, il cinema (Harry Potter, in 3D). La birra e la colazione all’inglese, usata al posto del pranzo. Il concerto di Blondie per la serata inaugurale delle corse dei cavalli. Per la gente del posto è l’evento dell’anno. Tutti elegantissimi, abiti stravaganti, cappellini in stile regina, i tacchi alti sul prato tagliato alla perfezione. L’ultima sera abbiamo cenato tutti a casa di Mandy, che con la sua famiglia ospitava Betty e Roby. Così se puoi vedere le case della gente, il giardino, la partita di cricket qualche prato più in là, se puoi vedere come si mangia, come si apparecchia la tavola, come sono arredate le stanze, sei già andato oltre la vacanza. Mandy da 15 anni lavora in un supermercato nel turno di notte, dalle 22 alle 6 del mattino. Questo colpisce. Così come vedere un ragazzo che per ore e ore sta in piedi in mezzo alla strada reggendo un cartello che indica un locale.

Sono convinta che tra indifferenza e rispetto per le idee degli altri ci sia qualcosa che spinge a non guardarsi troppo attorno. Qui non importa a nessuno se è fine luglio e vai in giro con gli stivali da neve. Sono seduta a un tavolino, mangio un tramezzino e scrivo su un quaderno. Un signore mi chiede se si può sedere con me, non ci sono altri tavoli liberi all’aperto. Gli dico di sì. Avrà una settantina d’anni, un cappello imbottito con la spilla del Chelsea. Ha preso uno di quei bicchieroni di caffè chesolo in Italia non vendono. Poi tira fuori da un suo sacchetto di plastica di un supermercato un saccottino salato e consuma così il suo pranzo. Mi racconta che è vedovo, che qui la vita è cara, che adora la cucina italiana ma non è mai stato in Italia, solo in Spagna, quando sua moglie era viva. Parliamo un po’, io zoppico nel mio inglese ma rispetto al primo giorno in cui probabilmente non avrei capito nemmeno se mi avessero chiesto “come ti chiami” ora riesco a formulare delle frasi.

Mi ha accompagnato Philip Roth in questi giorni, parole lette una dietro l’altra, forse non quelle giuste, forse avrei dovuto scegliere altri libri. Ma “questa era comunemente ritenuta una funzione della grande letteratura: fare da antidoto alla sofferenza attraverso la descrizione del nostro comune destino”. (La lezione di anatomia, P. Roth).

I libri salvati

Per fortuna c’è chi salva i libri. Chi li compra non solo per il proprio piacere personale, ma con la convinzione di lasciarli in eredità agli Altri. Ho trovato il mio libro. Una copia di Aprile è arrivato era disponibile al Fondo Manoscritti dell’università di Pavia.

Solo per dire grazie.

Richiesta di riscatto per i libri rapiti

Capita di aver bisogno di un libro e di andare in biblioteca a cercarlo. Capita di trovare personale cordiale, che ti segue nelle pratiche di ricerca e ti aiuta a trovare quello che cerchi. Capita però anche che i libri che hai sempre preso in prestito un giorno spariscano. Capita a Genova. I libri “ballerini” protagonisti di questa storia sono dedicati ai francobolli. Sono libri del 2003. “Li ho sempre presi in prestito senza nessun problema”, mi raccontano. Fino all’ultima volta. Stessa richiesta, risposta diversa: “I libri sono in prestito”. Strano, pensa chi quei libri li consultava, perché pochi si interessano di francobolli. Però, può succedere. Solo che passano tre mesi. Strano, torna a pensare l’utente della biblioteca. Allora si cerca di capirci qualcosa. “Hanno controllato in video e mi hanno detto che quei libri non li avevano”. Ma per fortuna, per poter studiare i francobolli a casa, l’utente si era fotocopiato alcune pagine. Ecco la prova che quei libri in biblioteca c’erano. “Allora provi ad andare allo scaffale”, il suggerimento. Ma i libri proprio non ci sono. Inghiottiti dagli scaffali? Ostaggio di qualche utente? Rapiti da un filatelista? Si sale di livello per svelare il mistero, ma spiegazioni non ce ne sono. Anzi, una risposta arriva: “Sono andati persi”. Cavoli. Davvero si può perdere un libro di francobolli? Tutti i passaggi da un utente all’altro sono registrati, arrivano minacciose lettere a casa se si è in ritardo con la restituzione del libro preso in prestito. E poi, i libri se si perdono si cercano. O no? Strano, viene ancora da pensare. Nel vedere un volto stupito, un po’ amareggiato, qualcuno si sente in dovere di dare la sua interpretazione. Le parole di un dipendente, però non danno sollievo: “Sa – spiega – siete in due a chiedere quei libri, probabilmente rompendo le scatole li hanno fatti sparire”. Ecco, li hanno fatti sparire. Svelato il mistero. Che sia stata una battuta? La presa in giro di un simpaticone davanti a un volto deluso davvero? Che sia tutto uno scherzo? Che siano spariti davvero? Le ricerche proseguono.

Essere o non essere un Isbn

Cercavo “La fine dell’amore” di Ilaria Bernardini. Copertina bianca, il codice a barre al centro, finte macchie di inchiostro, come ditate su una pagina lucida, il bordo delle pagine rosso. E’ un libro di Isbn, la casa editrice del gruppo Il Saggiatore. L’ho cercato da Feltrinelli (Pavia) ma non lo avevano, però si poteva ordinare. Poi sono andata da Loft 10, libreria aperta da poco in piazzetta Cavagneria (Pavia). Sono andata a colpo sicuro perché avevano due piani di uno scaffale interamente dedicati a Isbn. Ho girato tra i libri, ma non c’erano più copertine bianche in fila una accanto all’altra. Così ho  chiesto. E la risposta mi ha colpita. Li hanno resi tutti, in blocco. Da quando hanno aperto – sei mesi credo – ne hanno venduti solo due. Una questione economica. “Ci abbiamo creduto all’inizio – mi spiegano dalla libreria – ma non ha funzionato. La gente non è attratta dalle copertine tutte bianche, preferisce quelle piene di immagini”. A quel punto mi sono ricordata del giorno in cui durante una lezione in un’università avevo conosciuto i “creatori” di Isbn. Quella di fare dei libri diversi dagli altri ma molto simili fra di loro era l’idea del loro progetto. Libri che solo con attenzione potevi distinguere: pagine rosse per la narrativa, gialli i saggi e blu per quei libri che sfuggono alle definizioni. Libri studiati nell’estetica, oggetti di culto, persino “soprammobili” da tenere in casa in bella vista per darsi quel tocco in più. Libri che sono anche oggetti. E invece evidentemente quello che a me incuriosisce e attira non trova l’approvazione del pubblico. Sarà… Poi però a Pavia Isbn ha trovato il suo  posto. La libreria il Delfino sotto i portici di piazza della Vittoria li tiene in uno scaffale, raggruppati. Non c’era “La fine dell’amore”, però erano lì. Salvi.

La ragazza che giocava con il fuoco

La ragazza che giocava con il fuoco - Larsson

La ragazza che giocava con il fuoco - Larsson

E’ il secondo volume della trilogia Millennium di Stieg Larsson (Ed. Marsilio). La ragazza che giocava con il fuoco è un altro giallo con gli stessi personaggi del primo volume Gli uomini che odiano le donne. E’ più realistico del primo perché il mistero al centro del libro è legato al traffico di donne dall’Est, e tra indagini private, giornalistiche e della polizia i pezzi della storia lentamente si sistemano al posto giusto. E’ a pagina 653 che si dà un senso a tutto. E questo ti permette di leggere quasi tutto il libro senza sapere nulla di più dei personaggi, con la possibilità di scoprire pagina per pagina e soprattutto di provare a dare una personale soluzione al caso. La prima parte sembra sospesa, un po’ lenta, fa scattare subito il paragone con il primo libro e il naso si storce leggermente. Ma poi la storia si fa coinvolgente. Prendi questo librone da 754 pagine in qualsiasi momento libero della giornata per riuscire a finirlo. Violento in più tratti, crudo, anche questo serve a creare tensione e a caratterizzare i personaggi.

“Nessuno è innocente, esistono solo gradi diversi di responsabilità”. In fondo è così, perché anche chi non ha premuto il grilletto, non ha puntato un coltello, non ha ferito nessuno, ha comunque avuto un ruolo in questa storia.

Uomini che odiano le donne

Uomini che odiano le donne - LarssonPAVIA/GENOVA Come scavare nel passato delle persone. Quali informazioni tenere, quali tralasciare, quali dimenticare, tra etica, passione, deontologia, curiosità, vendetta. Come arrivare a risolvere un giallo che da anni ha lasciato senza speranze una famiglia di ricchi imprenditori. Il primo romanzo della trilogia Millennium di Stieg Larsson (ed. Marsilio) racconta una storia fatta non solo di misteri, intricati legami di famiglia e sospetti. Tra le trame del giallo si appoggiano i tratti dei personaggi. Mikael Blomkvist è un giornalista d’inchiesta nel settore economico. Quarantenne, brillante, molto sicuro del suo fascino, è un uomo che “ama le donne” in mezzo a tanti che le “odiano”, non le comanda né si fa comandare, si lega a loro nel solo intento di stare bene. Riesce a sciogliere Lisbeth Salander, pirata informatico di 25 anni, esile nel fisico, ma aspra e dura, la prima a dare battaglia, a suo modo, a tutti gli uomini che non rispettano le donne, che le trattano come oggetti, le violentano, le uccidono o semplicemente ne dispongono a loro piacimento. Sono tanti e di forme diverse i legami tra i personaggi. Ci sono forme di amore che sfuggono alle definizioni. Ma che sono incredibilmente reali, come il seme della violenza nelle persone meno sospette. Ci sono legami che sembrano poter vivere solo nelle pagine di un romanzo, ma a guardare bene non sono così lontani da quello che accade a chi le pagine le sfoglia e non vi si nasconde dentro.

Contenitore di Parole

Assemblage - SelettiPAVIA Mi sono innamorata di una libreria. Assemblage (Seletti, azienda del manotavano nata nel 1964) se è chiusa ha la forma di un parallelepipedo, sembra una matrioska quadrata, fatta di piccoli contenitori di legno uno dentro l’altro. Poi si “srotola” e si può decidere se creare una libreria in orizzontale o in verticale. All’interno e all’esterno dei cubi serigafie sfondo chiaro linea nera decorano le pareti. Assemblage - SelettiDue cinghie la tengono ferma. Le librerie sono il contenitore delle nostre parole e di quelle degli altri, scritte anche per noi. Sugli scaffali trovi i libri del liceo, sottolineati a fatica, gli album di fotografie dal “primo compleanno” alle “ultime vacanze”, giornali, riviste, ritagli nascosti in cartellette colorate. Poi i saggi e i manuali comprati all’università, per illudersi di portare in casa un po’ di Sapere, i quaderni ad anelli con pagine e pagine di appunti. Ma soprattutto i romanzi. L’acquisto della domenica mattina, quando una passeggiata porta a entrare da Feltrinelli, o l’ultimo romanzo dello scrittore preferito o semplicemente “questo, perché ha il profumo dei libri caldi appena sfornati, la copertina lucida e leggera, la carta spessa e scura”. Alle mie spalle la mia pila di libri, un orizzonte frastagliato di piccoli e grossi mattoni colorati. Dove mattone non è sinonimo di pesantezza, ma di costruzione.

Un bambino venuto da lontano

Aspettando Andrea - 2008PAVIA Un libro per raccontare una storia felice e difficile, un percorso lungo. Andrea ha 7 anni ed è nato in Russia. E’ stato adottato quando ne aveva 4 da Elena Poma, insegnante di lettere, e da suo marito, Luigi Negri, medico. Elena Poma ha deciso di raccontare la sua storia, quella di “un bambino venuto da lontano”, in un libro, “Aspettando Andrea” (ed. San Paolo, 160 pagine, 13 euro, presentato alla Fiera del libro di Torino il 13 maggio) che ha lo scopo di aiutare i genitori ancora indecisi a convincersi a portare avanti le pratiche di adozione, ma anche a finanziare l’associazione Airone di Azzano San Paolo (Bergamo). Nella città dove è stato adotatto Andrea c’erano 12 istituti. Ci sono bambini che aspettano. Non sanno ancora giocare, non sanno tenere in mano la forchetta. Mangiano zuppa di cavolo a pranzo e di patate a cena. Prima di avere una mamma e un papà deve iniziare un lungo viaggio tra le carte della burocrazia, tra i colloqui per l’idoneità, la scelta dell’associazione. Dopo 4 anni è arrivata la prima visita in Russia. L’incontro con Andrea è stato emozionante. Magro, le gambe a penzoloni nell’abbraccio. Non sapeva come aggrapparsi perché ancora nessuno lo aveva mai abbracciato. Ora ha 7 anni, una passione per la scrittura, Mina e il basket. La sua è una storia felice, che potrà aiutare altri bambini a trovare una famiglia.

Una parentesi luminosa

Una parentesi luminosaPAVIA E’ uscito oggi – e ora è sulla mia scrivania – “Una parentesi luminosa”, il libro che racconta di un amore segreto tra lo scultore Umberto Boccioni e la principessa Vittoria Colonna. Una passione ricostruita tramite le lettere ritrovate in un baule. Nelle fotografie dello studio di Boccioni si vedevano sempre fiori freschi o secchi, in ogni angolo, tra sculture e scaffali. Erano regali della principessa Colonna raccolti dal suo giardino sul lago Maggiore.

“Quello che c’è tra noi è una profonda realtà, è nato come realtà. Per quanto poco prima ci siamo conosciuti poi simpatizzato, poi… poi c’è il nostro segreto quel meraviglioso crescendo che ci ha condotto di castità in castità alla nostra casta voluttà!” (Boccioni)


I BRUSCHI DETTAGLI

Raccontare, vedere poi ascoltare e scrivere. Leggere, chiedere, curiosare. E una pagina bianca per dirlo a qualcuno. Non il Tutto, solo qualche dettaglio

SUL COMODINO

Paul Auster, un po' di Pamuk, Erri De Luca

ULTIME LETTURE

Un uso qualunque di te (Sara Rattaro)

Twitter factor (Augusto Valeriani)

La vita è altrove (Milan Kundera)

1Q84 (Haruki Murakami)

Zita (Enrico Deaglio)

L'animale morente (Philip Roth)

Così è la vita (Concita de Gregorio)

I pesci non chiudono gli occhi (Erri De Luca)

Cattedrale (Raymond Carver)

Lamento di Portonoy (Philip Roth)

Libertà (Jonathan Franzen)

Il dio del massacro (Yasmina Reza)

L'uomo che cade (Don De Lillo)

Il condominio (James G. Ballard)

Sunset limited (Cormac McCarthy)

I racconti della maturità (Anton Cechov)

Basket & Zen (Phil Jackson)

Il professore di desiderio (Philip Roth)

Uomo nel buio (Paul Auster)

Indignazione (Philip Roth)

Inganno (Philip Roth)

Il buio fuori (Cormac McCarthy)

Alveare (Giuseppe Catozzella)

Il Giusto (Helene Uri)

Raccontami una storia speciale (Chitra Banerjee Divakaruni)

Cielo di sabbia (Joe R. Lansdale)

La stella di Ratner (Don DeLillo)

3096 giorni (Natascha Kampusch)

Giuliano Ravizza, dentro una vita (Roberto Alessi)

Boy (Takeshi Kitano)

La nuova vita (Orhan Pamuk)

L'arte di ascoltare i battiti del cuore (Jan-Philipp Sendker)

Il teatro di Sabbath (Philip Roth)

Sulla sedia sbagliata (Sara Rattaro)

Istanbul (Orhan Pamuk)

Fra-Intendimenti (Kaha Mohamed Aden)

Indignatevi! (Stéphane Hessel)

Il malinteso (Irène Némirovsky)

Nomi, cognomi e infami (Giulio Cavalli)

Tangenziali (Gianni Biondillo e Michele Monina)

L’Italia in seconda classe (Paolo Rumiz)

ULTIME VISIONI

Be kind rewind (Michel Gondry, 2007)

Kids return (Takeshi Kitano, 1996)

Home (Ursula Meier, 2009)

Yesterday once more (Johnnie To, 2007)

Stil life (Jia Zhang-Ke, 2006)

Cocaina (Roberto Burchielli e Mauro Parissone, 2007)

Alla luce del sole (Roberto Faenza, 2005)

Come Dio comanda (Gabriele Salvatores, 2008)

Genova, un luogo per dimenticare (Michael Winterbottom, 2010)

Miral (ulian Schnabel, 2010)

Silvio forever (Roberto Faenza, 2011)

Election (Johnnie To, 2005)

Oasis (Lee Chang-dong, 2002)

Addio mia concubina(Chen Kaige, 1993)

La nostra vita (Daniele Luchetti, 2010)

Departures (Yojiro Takita, 2008)

La pecora nera (Ascanio Celestini, 2010)

Flags of our fathers (Clint Eastwood, 2006)

L'uomo che fissa le capre (Grant Heslov, 2009)

Buongiorno Notte (Marco Bellocchio, 2003)

Vallanzasca - Gli angeli del male (Michele Placido, 2010)

Paz! (Renato De Maria, 2001)

Stato di paura (Roberto Burchielli, 2007)

Gorbaciof (Stefano Incerti, 2010)

L'esplosivo piano di Bazil (Jean-Pierre Jeunet, 2008)

Confessions (Tetsuya Nakashima, 2010)

127 ore (Danny Boyle, 2010)

Qualunquemente (Giulio Manfredonia, 2011)

American life (Sam Mendes, 2009)

Look both ways (Sarah Watt, 2005)
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