C’è chi guarda dritto davanti a sé, perso nel vuoto. Chi arriva in ritardo, chi per questo si scusa e chi no, c’è chi scrive su Facebook, chi risponde al telefono restando seduto al suo posto. C’è chi scarabocchia sui fogli mentre ascolta l’intervento del collega.
Tipi da consiglio comunale.
C’è chi non si perde una parola e chi semplicemente non c’è, chi parla con il vicino, chi sfoglia un giornale, c’è chi prende appunti e chi pensa a cosa fare il giorno dopo. C’è chi esce un attimo, chi lascia la sedia vuota, chi torna per parlare al microfono, chi interviene improvvisando. C’è chi parla dati in mano, chi parla e basta. C’è chi ci crede e chi no.
Tutti tipi da consiglio comunale.
E poi c’è il presidente del consiglio comunale che richiama il pubblico e chiede di non applaudire, “perché non siamo allo stadio”. L’applauso che contagia anche le chiese può dar fastidio… ma i tipi da consiglio comunale? Quelli no?
Archivio per giugno 2011
Metti una sera in un consiglio comunale
Published giugno 29, 2011 Ho visto 1 CommentTag:consiglio comunale, politica
Ben tornati in Italia
Published giugno 21, 2011 incontri , Luoghi Leave a CommentTag:aeroporto, malpensa, viaggi, vienna
Scena 1
Lei si alza per prima, apre lo sportello che sopra le teste dei passeggeri raccoglie i bagagli a mano. Inizia a tirare fuori una borsa, poi due, poi un sacchetto bianco con un grosso peluche di Hello Kitty. Lui è nel corridoio tra le poltrone dell’aereo, volo Vienna-Milano Malpensa. Lei ha un culone, corpo robusto fasciato da un abito nero a fiori, i capelli biondissimi corti. Lui ha un panzone, i bottoni della camicia tesi. “Prima non te l’ho dato, ma se fai scene con le valigie ti tiro uno schiaffo”, lui usa un tono minaccioso. Lei borbotta. Credo sia russa, forse ucraina, anzi più ucraina che russa. Sono a un passo dal litigare, poi lui le mette una mano sul culo, poi le solleva leggermente il vestito e la mano gliela infila sotto. Qualche istante di quella che è la firma della tregua poi si può continuare a tirar fuori bagagli e sacchetti.
Scena 2
“Giuseeeeeppe”. Urla lei nel corridoio volante mentre si cammina verso l’aeroporto. “Sono troppo pesanti, io le lascio qui”. Lui, Giuseppe, poco più avanti elenca una serie di santi, non dimentica la madonna e poi torna indietro.
Ben tornati in Italia.
Vite che scorrono al centro di un treno
Published giugno 12, 2011 Luoghi Leave a CommentTag:treno, viaggi
Il corridoio del treno separa due mondi che scorrono uno accanto all’altro e sembrano non guardarsi. Sono seduta in uno di quegli scompartimenti con i tavolini per gruppi di quattro posti, sono al centro. Di fronte a me una mamma cerca di far passare il tempo ai due figli, in viaggio verso il mare. Lei tiene in mano un mazzo di figurine, loro cercano il numero, separano le doppie, incollano sagome e vignette sugli animali. Il più piccolo tiene il muso, senza spiegare perche’. Se la prende con il più grande, non attaccano lo stesso numero di figurine. Mentre leggo La stella di Ratner (De Lillo) un uomo dall’altra parte, lato finestrino, ripete l’orario d’arrivo al telefono, insiste, dall’altra parte forse avevano capito male. Al suo tavolino un ragazzo tiene la testa bassa. Piange. Non riesce a smettere. Lo consola una biondina, gli tiene la mano sulla spalla. Parlano inglese, troppo piano anche solo per cogliere qualche parola. Perche’ piange? Sul treno si mischiano le vite delle persone, vite che difficilmente si incontrano.