Nevica. Non molto in effetti. Forse è più pioggia, ma c’è un leggero strato bianco sull’aiuola che vedo dalla finestra. Pavia aspettava la neve. Ne ha un assaggio in queste ore, magari nella notte i centimetri aumenteranno. Per ora, sono le 22, siamo fermi a uno. Scatto una fotografia aprendo la finestra della redazione. La luce è arancione, si vedono i fiocchi sotto il lampione. Neve significa chiedersi se domani mattina vedrò dalla finestra sul tetto nella mansarda solo uno strato bianco. Neve significa chiedersi se domani si giocheranno le partite di calcio. E questo cambia molto nel giornale del giorno dopo. Di ricordi di neve se ne pescano parecchi, basta pensarci qualche minuto. Però, così, appena vista la luce giallastra, mi sono ricordata di un capodanno di tanti anni fa. Ero una bambina, la mia famiglia era invitata a cena da una compagna di scuola. Non lontanissimo da casa, però in un quartiere diverso. Io tra i vicoli del centro storico, lei in cima alla collina di Carignano. Quando siamo usciti, a festeggiamenti finiti, c’era la neve. Quella fresca della notte, intatta anche in una città. Intatta perché nessuna auto circolava, tutti intenti a rincorrere il nuovo anno. Siamo arrivati a casa, io e papà ci siamo cambiati, abbiamo aggiunto qualche strato sotto le giacche e siamo usciti di nuovo. E’ un ricordo giallo arancio, come le luci artificiali sulla strada bianca.
Archivio per gennaio 2012
Neve. Ricordo giallo e arancio
Published gennaio 28, 2012 Luoghi , pavia 2 CommentsTag:genova, lampioni, neve, pavia, ricordi
Muri. Cammini lungo un marciapiede e incontri case, villette, condomini, castelli. Uno dietro l’altro. Muri diversi, mattonelle o intonaco, lisci, ruvidi, nuovi, abbandonati. Belgioioso, poco più di venti chilometri da Pavia, 6500 abitanti, non è più paese ma città. Lo conoscono fuori dalla provincia per il castello, per la fiera del vintage. Quel castello che da un lato è regale con il lungo giardino e dall’altro lato è fatiscente, proprio quello che si affaccia sulla piazza principale. Ci sono panchine nuove per sedersi lungo la passeggiata che guarda alle mura del castello, un cartello che ricorda che i lavori sono in corso, roccia che viene via, fili di ferro come una gabbia per non far scappare l’attrazione, il simbolo del paese. Pardon, città. Belgioioso è case che si dilatano lungo le provinciali battute da camion e smog e rumore. Muri diversi, uno accanto all’altro. Ognuno ha fatto da sé, ognuno ha deciso come rivestire la propria casa. Senso di incompletezza. Come quel castello un tempo maestoso.