Muri. Cammini lungo un marciapiede e incontri case, villette, condomini, castelli. Uno dietro l’altro. Muri diversi, mattonelle o intonaco, lisci, ruvidi, nuovi, abbandonati. Belgioioso, poco più di venti chilometri da Pavia, 6500 abitanti, non è più paese ma città. Lo conoscono fuori dalla provincia per il castello, per la fiera del vintage. Quel castello che da un lato è regale con il lungo giardino e dall’altro lato è fatiscente, proprio quello che si affaccia sulla piazza principale. Ci sono panchine nuove per sedersi lungo la passeggiata che guarda alle mura del castello, un cartello che ricorda che i lavori sono in corso, roccia che viene via, fili di ferro come una gabbia per non far scappare l’attrazione, il simbolo del paese. Pardon, città. Belgioioso è case che si dilatano lungo le provinciali battute da camion e smog e rumore. Muri diversi, uno accanto all’altro. Ognuno ha fatto da sé, ognuno ha deciso come rivestire la propria casa. Senso di incompletezza. Come quel castello un tempo maestoso.
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La Maratona di Belgioioso
Published giugno 16, 2008 Ho visto Leave a CommentTag:belgioioso, calcio, maratona
70 ragazzi, divisi in 10 squadre, 2 gironi per una maratona di calcio a 5 di quasi 12 ore. A Belgioioso l’oratorio don Luigi ha rinnovato la tradizione della “Maratona”. Squadre estratte a sorte, partite una di seguito all’altra, anche sotto la pioggia che domenica a tratti rendeva più difficile assistere e giocare. Non tutti all’interno della squadra si conoscevano, ma hanno imparato a farlo nel corso della giornata. Alcuni si sono ritrovati a distanza di un anno. Quello che colpisce è come può unire un pallone. Una giornata faticosa fatta di dodici ore di calcio ininterrotto, di spirito di competizione ma anche di complicità e di pacche sulla spalla, di strette di mano, di complimenti, di scuse. Colpisce che i ragazzi sanno fare gruppo subito, non si fanno problemi, sono ricettivi. Colpiscono i piccoli gesti. Quelli di un gruppo unito da una passione per lo sport, dall’impegno per far andare tutto bene. Colpisce come in pochi minuti nonostante fosse l’una di notte i ragazzi si sono messi a pulire e mettere a posto. Colpisce il senso di comunità, quando correre dietro al pallone diventa un modo per essere tutti parte dello stesso mondo. Si respirava un’aria pulita nel campetto di Belgioso.