Ho camminato per ore, guardato in alto e in basso. Ho respirato il cielo azzurro di Roma, ancora più apprezzato sapendo che da altre parti era grigio e spento. Ho visto i monumenti, le pietre antiche, la storia, i suoi pezzi, in questa città che riesce a stupire. Fatta di piccoli scorci e vedute immense. Di palazzi dai nomi noti e importanti, di potere nascosto dietro le finestre, di gente, tanta. E poi ho visto il lato scuro. La povertà. Persone sdraiate a dormire su un prato con giacconi pesanti a coprire almeno la testa, giacigli lasciati per qualche ora nascosti da una siepe, donne anziane abbandonate sui gradini di qualche portone, donne sdraiate a terra, la testa china sulle mani a toccare la strada per chiedere una moneta. Vecchi seduti a vendere caldarroste, tutte uguali negli angoli di Roma, la stessa forma perfetta, il taglio preciso a lasciar spuntare dalla buccia bruciacchiata il frutto chiaro. Un arlecchino in piazza Navona, una bianca statua a mandare baci lungo la strada, una mummia egizia, un bambino che suona il tamburo e balla senza allegria, ma potente. Ho visto tante mani tese.
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La mano tesa per una moneta… la Roma povera non è invisibile
Published dicembre 7, 2009 Ho visto , Luoghi Leave a CommentTag:roma
Melina lascia il segno anche a Roma
Published dicembre 7, 2009 Luoghi Leave a CommentTag:genova, melina, roma
Ero sul taxi (perché sì lo ammetto, a Roma ho preso spesso il taxi e mi ha fatta sentire ancora più in vacanza, ancora più in un’altra dimensione) da piazza San Pietro ho attraversato un tunnel e ho visto la scritta rosa, firmata Melina, proprio all’ingresso. Ho pensato “impossibile, Melina firma i muri di Genova”. Eppure avevo visto giusto. Ho ritrovato lo stesso colore, la stessa “m” quasi a forma di cuore vicino alla stazione Termini, poco prima di partire.
Melina Riccio è arrivata fino a Roma per lasciare il suo messaggio, per accostare l’amore e la pace, per chiudere con una stella la sua firma. La stessa che si insinua tra le strade di Genova, che segna i suoi muri, nei punti più impensabili, sempre difficili da raggiungere. Chissà in quale altra città Melina avrà chiesto alle pietre di portare pazienza, di sopportare la vernice, per lasciarle urlare i suoi pensieri.