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La mano tesa per una moneta… la Roma povera non è invisibile

Ho camminato per ore, guardato in alto e in basso. Ho respirato il cielo azzurro di Roma, ancora più apprezzato sapendo che da altre parti era grigio e spento. Ho visto i monumenti, le pietre antiche, la storia, i suoi pezzi, in questa città che riesce a stupire. Fatta di piccoli scorci e vedute immense. Di palazzi dai nomi noti e importanti, di potere nascosto dietro le finestre, di gente, tanta. E poi ho visto il lato scuro. La povertà. Persone sdraiate a dormire su un prato con giacconi pesanti a coprire almeno la testa, giacigli lasciati per qualche ora nascosti da una siepe, donne anziane abbandonate sui gradini di qualche portone, donne sdraiate a terra, la testa china sulle mani a toccare la strada per chiedere una moneta. Vecchi seduti a vendere caldarroste, tutte uguali negli angoli di Roma, la stessa forma perfetta, il taglio preciso a lasciar spuntare dalla buccia bruciacchiata il frutto chiaro. Un arlecchino in piazza Navona, una bianca statua a mandare baci lungo la strada, una mummia egizia, un bambino che suona il tamburo e balla senza allegria, ma potente. Ho visto tante mani tese.

Melina lascia il segno anche a Roma

Ero sul taxi (perché sì lo ammetto, a Roma ho preso spesso il taxi e mi ha fatta sentire ancora più in vacanza, ancora più in un’altra dimensione) da piazza San Pietro ho attraversato un tunnel e ho visto la scritta rosa, firmata Melina, proprio all’ingresso. Ho pensato “impossibile, Melina firma i muri di Genova”. Eppure avevo visto giusto. Ho ritrovato lo stesso colore, la stessa “m” quasi a forma di cuore vicino alla stazione Termini, poco prima di partire.

Melina Riccio è arrivata fino a Roma per lasciare il suo messaggio, per accostare l’amore e la pace, per chiudere con una stella la sua firma. La stessa che si insinua tra le strade di Genova, che segna i suoi muri, nei punti più impensabili, sempre difficili da raggiungere.  Chissà in quale altra città Melina avrà chiesto alle pietre di portare pazienza, di sopportare la vernice, per lasciarle urlare i suoi pensieri.


I BRUSCHI DETTAGLI

Raccontare, vedere poi ascoltare e scrivere. Leggere, chiedere, curiosare. E una pagina bianca per dirlo a qualcuno. Non il Tutto, solo qualche dettaglio

SUL COMODINO

Paul Auster, un po' di Pamuk, Erri De Luca

ULTIME LETTURE

Un uso qualunque di te (Sara Rattaro)

Twitter factor (Augusto Valeriani)

La vita è altrove (Milan Kundera)

1Q84 (Haruki Murakami)

Zita (Enrico Deaglio)

L'animale morente (Philip Roth)

Così è la vita (Concita de Gregorio)

I pesci non chiudono gli occhi (Erri De Luca)

Cattedrale (Raymond Carver)

Lamento di Portonoy (Philip Roth)

Libertà (Jonathan Franzen)

Il dio del massacro (Yasmina Reza)

L'uomo che cade (Don De Lillo)

Il condominio (James G. Ballard)

Sunset limited (Cormac McCarthy)

I racconti della maturità (Anton Cechov)

Basket & Zen (Phil Jackson)

Il professore di desiderio (Philip Roth)

Uomo nel buio (Paul Auster)

Indignazione (Philip Roth)

Inganno (Philip Roth)

Il buio fuori (Cormac McCarthy)

Alveare (Giuseppe Catozzella)

Il Giusto (Helene Uri)

Raccontami una storia speciale (Chitra Banerjee Divakaruni)

Cielo di sabbia (Joe R. Lansdale)

La stella di Ratner (Don DeLillo)

3096 giorni (Natascha Kampusch)

Giuliano Ravizza, dentro una vita (Roberto Alessi)

Boy (Takeshi Kitano)

La nuova vita (Orhan Pamuk)

L'arte di ascoltare i battiti del cuore (Jan-Philipp Sendker)

Il teatro di Sabbath (Philip Roth)

Sulla sedia sbagliata (Sara Rattaro)

Istanbul (Orhan Pamuk)

Fra-Intendimenti (Kaha Mohamed Aden)

Indignatevi! (Stéphane Hessel)

Il malinteso (Irène Némirovsky)

Nomi, cognomi e infami (Giulio Cavalli)

Tangenziali (Gianni Biondillo e Michele Monina)

L’Italia in seconda classe (Paolo Rumiz)

ULTIME VISIONI

Be kind rewind (Michel Gondry, 2007)

Kids return (Takeshi Kitano, 1996)

Home (Ursula Meier, 2009)

Yesterday once more (Johnnie To, 2007)

Stil life (Jia Zhang-Ke, 2006)

Cocaina (Roberto Burchielli e Mauro Parissone, 2007)

Alla luce del sole (Roberto Faenza, 2005)

Come Dio comanda (Gabriele Salvatores, 2008)

Genova, un luogo per dimenticare (Michael Winterbottom, 2010)

Miral (ulian Schnabel, 2010)

Silvio forever (Roberto Faenza, 2011)

Election (Johnnie To, 2005)

Oasis (Lee Chang-dong, 2002)

Addio mia concubina(Chen Kaige, 1993)

La nostra vita (Daniele Luchetti, 2010)

Departures (Yojiro Takita, 2008)

La pecora nera (Ascanio Celestini, 2010)

Flags of our fathers (Clint Eastwood, 2006)

L'uomo che fissa le capre (Grant Heslov, 2009)

Buongiorno Notte (Marco Bellocchio, 2003)

Vallanzasca - Gli angeli del male (Michele Placido, 2010)

Paz! (Renato De Maria, 2001)

Stato di paura (Roberto Burchielli, 2007)

Gorbaciof (Stefano Incerti, 2010)

L'esplosivo piano di Bazil (Jean-Pierre Jeunet, 2008)

Confessions (Tetsuya Nakashima, 2010)

127 ore (Danny Boyle, 2010)

Qualunquemente (Giulio Manfredonia, 2011)

American life (Sam Mendes, 2009)

Look both ways (Sarah Watt, 2005)
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