Archivio per ottobre 2009

Storia di una domanda mai nata

gelmini

Domande da fare alla Gelmini

– Gli atenei che hanno più di 12 facoltà come faranno? Devono davvero eliminarle?
– Per tagliare il senato e il consiglio di amministrazione che criterio uso?
– Ma se il Cda è appena stato eletto devo lasciarlo in carica?
– I ricercatori dopo il 3+3 finiscono in uno scatolone “professori associati” da cui gli atenei possono pescare… e se nessuno ha i soldi? Restano senza lavoro?
– Chiedere legge delega sul diritto allo studio
– Vedi anche valutazione prof.

Ho scritto le domande su un post-it. Alcune sono le stesse dell’altra volta, perché anche se poi il Consiglio dei ministri è saltato,  un po’ di punti importanti li avevo segnati. Erano già uscite delle indiscrezioni sulla riforma dell’università e almeno dovevo capire se corrispondevano a verità. Non si sa mai… Ieri sera prima di tornare a casa dal giornale ho aggiunto qualche spunto, anche solo per schematizzare le cose importanti.

Questa volta il Consiglio c’è stato. E alla fine anche la conferenza stampa. Ok, le anticipazioni sono tutte nel disegno di legge. Il Consiglio lo ha approvato. Quindi le mie domande corrispondono al contenuto.
Ora Mariastella Gelmini è seduta accanto a Giulio Tremonti. Segno veloce un’altra domanda sul blocknotes: “Perché fate la conferenza stampa insieme”? So che alla fine questa non la farò mai, perché finisce che mi brucio le altre e anche se questa magari fa venire fuori il titolo o conferma quello che dicono da sinistra (la riforma sull’università è solo una manovra finanziaria) io ho bisogno di capire bene come si applica questa riforma. Perché poi dovrò sentire anche l’università, il rettore o qualche suo delegato e discuterne, capire cosa comporta per la mia città. Devo farlo capire ai miei lettori. Però la segno.

E’ magrissima Marystar, come la chiamiamo per farci due risate. E Giulietto – un po’ di burloneria ce la mettiamo anche per lui –  è lì che mette a posto delle carte. Ogni tanto lei si rivolge a lui, quasi a chiedere conferma. Lo noto, poi non so se ci sta nel pezzo che dovrò scrivere. Mi hanno detto di pensare a un’infografica per semplificare la riforma, magari il pezzo “politico” sarà un commento. E non lo dovrò fare io. Però anche questo me lo segno.

Ah, vedi questa cosa dei componenti esterni negli organi dell’università me l’ero persa. Lo sottolineo e aggiungo una domanda: “Come si scelgono?”
Ecco, ora ha finito. Chiede se si possono fare domande.
Aspetto un attimo dai. Ci sono persone molto più autorevoli di me, sicuramente faranno qualche domanda. No. Allora be’, mi faccio coraggio e alzo la mano. Mi presento, saluto. E faccio la mia domanda. In realtà avevo già disegnato una stellina accanto a quella che secondo me era la più importante e cioè la prima: “Come fanno gli atenei con più di 12 facoltà a tagliare?”. Avevo scelto questa perché avevo fatto una ricerca su internet e ce ne sono parecchi. Per esempio Bologna ne ha 18 o 19 mi sembra. La Sapienza ne ha 23. Così posso fare qualche intervistina ai rettori, o a qualche personaggio, insomma vediamo. Intanto faccio questa domanda, che è già una rinuncia alle altre perché so che non ci sarà tempo e perché ho già visto le occhiatacce che mi hanno lanciato i colleghi che volevano uscire dalla sala. Marystar sorride , guarda Giulietto e mi risponde…

La storia è andata diversamente. Nessuno alza la mano quando il ministro Gelmini chiede se ci sono domande. Lei allarga le braccia e sorride, mi sembra stia pensando “lo sapevo, domani mi massacreranno sui loro giornali ma qui non mi chiedono niente”. Tremonti inizia a parlare. Poi ringraziano e se ne vanno.

Ah, dimenticavo.
La storia è andata ancora più diversamente.


Io a quella conferenza stampa – ovviamente – non sono mai andata. L’ho vista su internet. Quando i ministri se ne vanno li imitano i giornalisti. Certo, poi il filmato si interrompe e io non potrò mai sapere se c’è stato l’assalto per le domande. Dopo. Diciamo che dal movimento in sala sembra di no.
Anche se non ero lì le domande però ci sono. E c’è anche un filo di indignazione: perché nessuno ha alzato la mano? il giornalista ha la possibilità di vedere fatti e di poter parlare con persone che i suoi lettori non avranno mai a disposizione se non per suo tramite. Quindi? Se hai la possibilità di fare una domanda devi farla. O no?

Naisvill

niceville

Domenica mattina. Sono quasi le 11.30. Aspetto il treno per Genova, seduta su una panchina della stazione di Pavia. Ho deciso di non comprare il giornale e un po’ mi sono stupita di me stessa. La domenica mattina compro sempre La Stampa, perché non posso mancare Gramellini e Spinelli che si guardano nelle pagine centrali. Invece no. Domenica sono passata davanti all’edicola e sono andata oltre. Così sulla panchina leggevo “Il caffè di Sindona”. Ed ero piuttosto concentrata, cercavo di non mangiarmi le parole. Ero immersa nelle pagine ok, però non ancora isolata dal mondo, insomma dovevo comunque prendere un treno, non potevo perdermi. Poi l’ho sentito, ancora. Lo speaker che annunciava il mio treno. “E’ in arrivo sul secondo binario il treno per NAISVILL”. Sì, ecco è questo il problema. Il mio treno arriva fino a Nizza e Lui, misteriosa voce fuori campo, si ostina a pronunciare “NAIS” la scritta in francese “NICE”. Dico “si ostina” perché non è la prima volta. Potrebbe banalmente chiamarla Nizza…

Quando sento la sua voce comunque mi alzo, perché, pronuncia a parte, il treno è quello.

 “Scusa, ma perché lo dice così?”. Me lo chiede un ragazzo. Tiene in mano il mio giornale locale, ha un grosso sacco-zaino, alto, magro, di colore, i capelli ricci ricci corti, sulla trentina penso. Gli rispondo che non lo so, che però non è la prima volta, che pronuncia all’inglese anche se ovviamente la parola Nice è in francese. “Forse non sa cosa significa”, mi risponde. Già… forse non lo sa. “Be’, buon viaggio”, mi sorride. Io ricambio, e salgo sul treno che porta fino alla “Città carina”, come da traduzione dello speaker pavese. Quando scendo a Genova Nizza è tornata ad essere francese, ha perso la sua inglesità.


I BRUSCHI DETTAGLI

Raccontare, vedere poi ascoltare e scrivere. Leggere, chiedere, curiosare. E una pagina bianca per dirlo a qualcuno. Non il Tutto, solo qualche dettaglio

SUL COMODINO

Paul Auster, un po' di Pamuk, Erri De Luca

ULTIME LETTURE

Un uso qualunque di te (Sara Rattaro)

Twitter factor (Augusto Valeriani)

La vita è altrove (Milan Kundera)

1Q84 (Haruki Murakami)

Zita (Enrico Deaglio)

L'animale morente (Philip Roth)

Così è la vita (Concita de Gregorio)

I pesci non chiudono gli occhi (Erri De Luca)

Cattedrale (Raymond Carver)

Lamento di Portonoy (Philip Roth)

Libertà (Jonathan Franzen)

Il dio del massacro (Yasmina Reza)

L'uomo che cade (Don De Lillo)

Il condominio (James G. Ballard)

Sunset limited (Cormac McCarthy)

I racconti della maturità (Anton Cechov)

Basket & Zen (Phil Jackson)

Il professore di desiderio (Philip Roth)

Uomo nel buio (Paul Auster)

Indignazione (Philip Roth)

Inganno (Philip Roth)

Il buio fuori (Cormac McCarthy)

Alveare (Giuseppe Catozzella)

Il Giusto (Helene Uri)

Raccontami una storia speciale (Chitra Banerjee Divakaruni)

Cielo di sabbia (Joe R. Lansdale)

La stella di Ratner (Don DeLillo)

3096 giorni (Natascha Kampusch)

Giuliano Ravizza, dentro una vita (Roberto Alessi)

Boy (Takeshi Kitano)

La nuova vita (Orhan Pamuk)

L'arte di ascoltare i battiti del cuore (Jan-Philipp Sendker)

Il teatro di Sabbath (Philip Roth)

Sulla sedia sbagliata (Sara Rattaro)

Istanbul (Orhan Pamuk)

Fra-Intendimenti (Kaha Mohamed Aden)

Indignatevi! (Stéphane Hessel)

Il malinteso (Irène Némirovsky)

Nomi, cognomi e infami (Giulio Cavalli)

Tangenziali (Gianni Biondillo e Michele Monina)

L’Italia in seconda classe (Paolo Rumiz)

ULTIME VISIONI

Be kind rewind (Michel Gondry, 2007)

Kids return (Takeshi Kitano, 1996)

Home (Ursula Meier, 2009)

Yesterday once more (Johnnie To, 2007)

Stil life (Jia Zhang-Ke, 2006)

Cocaina (Roberto Burchielli e Mauro Parissone, 2007)

Alla luce del sole (Roberto Faenza, 2005)

Come Dio comanda (Gabriele Salvatores, 2008)

Genova, un luogo per dimenticare (Michael Winterbottom, 2010)

Miral (ulian Schnabel, 2010)

Silvio forever (Roberto Faenza, 2011)

Election (Johnnie To, 2005)

Oasis (Lee Chang-dong, 2002)

Addio mia concubina(Chen Kaige, 1993)

La nostra vita (Daniele Luchetti, 2010)

Departures (Yojiro Takita, 2008)

La pecora nera (Ascanio Celestini, 2010)

Flags of our fathers (Clint Eastwood, 2006)

L'uomo che fissa le capre (Grant Heslov, 2009)

Buongiorno Notte (Marco Bellocchio, 2003)

Vallanzasca - Gli angeli del male (Michele Placido, 2010)

Paz! (Renato De Maria, 2001)

Stato di paura (Roberto Burchielli, 2007)

Gorbaciof (Stefano Incerti, 2010)

L'esplosivo piano di Bazil (Jean-Pierre Jeunet, 2008)

Confessions (Tetsuya Nakashima, 2010)

127 ore (Danny Boyle, 2010)

Qualunquemente (Giulio Manfredonia, 2011)

American life (Sam Mendes, 2009)

Look both ways (Sarah Watt, 2005)
ottobre: 2009
L M M G V S D
 1234
567891011
12131415161718
19202122232425
262728293031  

RSS Feed – Sottobanco

  • Si è verificato un errore; probabilmente il feed non è attivo. Riprovare più tardi.