Gomorra

GomorraPAVIA Mentre guardavo il primo tempo di Gomorra (premiato al festival di Cannes con il Gran premio della giuria) mi dicevo “eppure manca qualcosa”. Poi ho pensato a cosa mi aveva subito colpito del libro di Roberto Saviano. C’è il punto di vista del narratore, è “lui” che arriva sul posto dove hanno appena ucciso un ragazzo, lui che descrive quello che vede, lui che parla con la gente, con chi “non ha visto niente, ma era proprio lì”. E’ come accompagnare per mano il lettore sul luogo della sparatoria e dirgli “vedi, ecco cosa sta succedendo”. Le immagini dovrebbero dare con ancora più forza questo messaggio, perché ti fanno vedere e non solo immaginare. Eppure mi è mancato questo senso di condivisione. Nel film sembra di potersi sentire distanti da questa realtà. Nel libro ti ci senti immerso fino al collo. Forse l’espediente tecnico è semplicemente diverso. Garrone sceglie di proporre alcune delle tante storie drammatiche raccontate da Saviano in forma quasi di documentario, come se una telecamera “casalinga” girasse tra le famiglie dei camorristi, tra i cortili e il vuoto delle Vele di Scampia. E come se dietro quella telecamera ci fosse lo stesso testimone che nel libro è narratore. Anche se mi è mancato il coinvolgimento del libro, Gomorra di Matteo Garrone non tralascia niente: rifiuti, droga, sfruttamento. La facilità con cui si uccide. E’ così semplice togliere la vita a una persona? Coinvolgere dei bambini nell’organizzazione di un omicidio, dando loro una parte in quello che non può essere un gioco della vita? La risposta è sì, per molti è così semplice. E questo fa uscire le persone dal cinema commentando “cavolo, sono angosciato” oppure “fa male allo stomaco”. Questo perché vedere coinvolge di più. Vedere il sangue, lascia senza fiato. Leggerlo sulle pagine del libro per la maggior parte delle persone non fa lo stesso effetto. Secondo me è giusto rimanere sconvolti da questa realtà, ma se il film lascia un senso di nausea il libro porta a riflessioni molto più ampie, più dure, più sconvolgenti.

1 Risposta to “Gomorra”


  1. 1 slimego Maggio 30, 2008 alle 10:06 am

    sono d’accordo, il libro lascia un segno ben diverso, come d’altronde spesso capita. A mio avviso il film non meritava premi particolari, a meno che gli altri film in concorso non fossero particolarmente “mediocri”: non mi pare fosse molto più innovativo di tanti altri film di denuncia. Probabilmente il premio è andato ad un personaggio che ha avuto il coraggio di parlare come pochi e che vive sotto scorta, Roberto Saviano. Lui merita sicuramente tutti i premi possibili, questo film meno.


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I BRUSCHI DETTAGLI

Raccontare, vedere poi ascoltare e scrivere. Leggere, chiedere, curiosare. E una pagina bianca per dirlo a qualcuno. Non il Tutto, solo qualche dettaglio

SUL COMODINO

Paul Auster, un po' di Pamuk, Erri De Luca

ULTIME LETTURE

Un uso qualunque di te (Sara Rattaro)

Twitter factor (Augusto Valeriani)

La vita è altrove (Milan Kundera)

1Q84 (Haruki Murakami)

Zita (Enrico Deaglio)

L'animale morente (Philip Roth)

Così è la vita (Concita de Gregorio)

I pesci non chiudono gli occhi (Erri De Luca)

Cattedrale (Raymond Carver)

Lamento di Portonoy (Philip Roth)

Libertà (Jonathan Franzen)

Il dio del massacro (Yasmina Reza)

L'uomo che cade (Don De Lillo)

Il condominio (James G. Ballard)

Sunset limited (Cormac McCarthy)

I racconti della maturità (Anton Cechov)

Basket & Zen (Phil Jackson)

Il professore di desiderio (Philip Roth)

Uomo nel buio (Paul Auster)

Indignazione (Philip Roth)

Inganno (Philip Roth)

Il buio fuori (Cormac McCarthy)

Alveare (Giuseppe Catozzella)

Il Giusto (Helene Uri)

Raccontami una storia speciale (Chitra Banerjee Divakaruni)

Cielo di sabbia (Joe R. Lansdale)

La stella di Ratner (Don DeLillo)

3096 giorni (Natascha Kampusch)

Giuliano Ravizza, dentro una vita (Roberto Alessi)

Boy (Takeshi Kitano)

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L'arte di ascoltare i battiti del cuore (Jan-Philipp Sendker)

Il teatro di Sabbath (Philip Roth)

Sulla sedia sbagliata (Sara Rattaro)

Istanbul (Orhan Pamuk)

Fra-Intendimenti (Kaha Mohamed Aden)

Indignatevi! (Stéphane Hessel)

Il malinteso (Irène Némirovsky)

Nomi, cognomi e infami (Giulio Cavalli)

Tangenziali (Gianni Biondillo e Michele Monina)

L’Italia in seconda classe (Paolo Rumiz)

ULTIME VISIONI

Be kind rewind (Michel Gondry, 2007)

Kids return (Takeshi Kitano, 1996)

Home (Ursula Meier, 2009)

Yesterday once more (Johnnie To, 2007)

Stil life (Jia Zhang-Ke, 2006)

Cocaina (Roberto Burchielli e Mauro Parissone, 2007)

Alla luce del sole (Roberto Faenza, 2005)

Come Dio comanda (Gabriele Salvatores, 2008)

Genova, un luogo per dimenticare (Michael Winterbottom, 2010)

Miral (ulian Schnabel, 2010)

Silvio forever (Roberto Faenza, 2011)

Election (Johnnie To, 2005)

Oasis (Lee Chang-dong, 2002)

Addio mia concubina(Chen Kaige, 1993)

La nostra vita (Daniele Luchetti, 2010)

Departures (Yojiro Takita, 2008)

La pecora nera (Ascanio Celestini, 2010)

Flags of our fathers (Clint Eastwood, 2006)

L'uomo che fissa le capre (Grant Heslov, 2009)

Buongiorno Notte (Marco Bellocchio, 2003)

Vallanzasca - Gli angeli del male (Michele Placido, 2010)

Paz! (Renato De Maria, 2001)

Stato di paura (Roberto Burchielli, 2007)

Gorbaciof (Stefano Incerti, 2010)

L'esplosivo piano di Bazil (Jean-Pierre Jeunet, 2008)

Confessions (Tetsuya Nakashima, 2010)

127 ore (Danny Boyle, 2010)

Qualunquemente (Giulio Manfredonia, 2011)

American life (Sam Mendes, 2009)

Look both ways (Sarah Watt, 2005)
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